venerdì 1 marzo 2024

martedì 13 febbraio 2024

sabato 3 febbraio 2024

lunedì 15 gennaio 2024

mercoledì 10 gennaio 2024

Man-Thing e Zagor

Nella palude di Darkwood, un mostro solitario e silenzioso si aggira tra le acque torbide. È l'Uomo Cosa, un tempo noto come il dottor Ted Sallis, un biochimico che si era iniettato una formula sperimentale per sfuggire agli agenti dell'AIM. La formula lo aveva trasformato in una creatura empatica, capace di percepire le emozioni altrui e di bruciare con il suo tocco chi provava paura. L'Uomo Cosa non ricordava più la sua vita passata, né il suo nome, né il suo aspetto. Era solo un guardiano della palude.

Un giorno, mentre si aggirava nella foresta, l'Uomo Cosa sentì dei rumori insoliti. Si avvicinò con cautela e vide una scena che lo colpì. Un uomo vestito di rosso, con una scure in mano, stava combattendo contro una banda di indiani delaware, guidati da un capo feroce di nome Kanoxen. L'uomo rosso era Zagor, lo Spirito con la Scure, un giustiziere che si batteva per la pace e la giustizia nella Frontiera. 

L'Uomo Cosa osservò la lotta con curiosità. Non provava né simpatia né antipatia per nessuno dei contendenti. Sentiva solo le loro emozioni: rabbia, paura, odio, coraggio. Si chiese cosa lo spingesse a rimanere lì, invece di tornare nella sua solitudine. Forse era attratto da quella vita, da quella passione, da quella umanità che lui aveva perso. Forse era in cerca di un amico, di qualcuno che lo capisse e lo accettasse. Forse era in cerca di se stesso.

Zagor si accorse della presenza dell'Uomo Cosa. Lo riconobbe come una delle leggende della palude, di cui aveva sentito parlare. Lo salutò con un gesto amichevole, sperando di non spaventarlo. Zagor aveva un grande rispetto per la natura e per le sue creature, anche le più strane e misteriose. 

L'Uomo Cosa si avvicinò a Zagor, incuriosito dal suo gesto. Zagor gli parlò con calma, cercando di stabilire un contatto. Gli disse che lui era un amico, che non voleva fargli del male, che voleva solo aiutarlo. Gli disse che lui si chiamava Zagor. 

Gli chiese come si chiamava lui, e da dove veniva. L'Uomo Cosa non rispose. Non sapeva parlare, né capire le parole. Ma sentì qualcosa di diverso in Zagor. Sentì che Zagor lo vedeva come un essere vivente, e non come un mostro.

Zagor allungò la mano verso l'Uomo Cosa, in segno di amicizia. L'Uomo Cosa esitò. Non sapeva cosa fare. Non era abituato al contatto fisico, né al calore umano. Ma qualcosa dentro di lui lo spinse ad accettare quel gesto. Forse era un ricordo, forse un'emozione, forse un'istinto. L'Uomo Cosa afferrò la mano di Zagor, e la strinse. Zagor sorrise, e disse: "Benvenuto, amico. Sono felice di conoscerti". L'Uomo Cosa non sorrise, ma sentì una sensazione nuova. Una sensazione che non provava da molto tempo. Una sensazione che si chiama felicità.

testo creato dall'AI di Bing

 

giovedì 4 gennaio 2024